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giovedì 29 marzo 2012

Un paese ben strano questo nostro


Un paese ben strano questo nostro

Un paese ben strano questo nostro. Un paese con la terza riserva aurifera al mondo ma che ci dicono in bolletta. Un paese che importa dall’estero prodotti tessili e alimentari, con le inevitabili conseguenze che questo comporta, e si meraviglia della dilagante disoccupazione e fa crociate per la soppressione dell’art. 18 l’unico ostacolo, sembra, allo sviluppo! Un paese dove le aziende, una dietro l’altra come le ciliegie, attratte dal miraggio del maggiore profitto, prendono baracca e burattini e vanno all’estero, e le sempre meno rimaste son costrette a subire la maggiore imposizione fiscale al mondo. Un paese che in nome della Democrazia, che si spera quanto prima di avere anche in Italia, bombarda, o sanziona, i popoli amici, fornitori di petrolio, e lavoro per molte nostre aziende, contribuendo così all’aumento dei costi dell’uno e alla inevitabile perdita di migliaia di posti di lavoro nell’altro caso. Un paese che investe nella scolarizzazione enormi risorse per consegnare alla fine del percorso spesso i migliori, gratis, ad aziende e paesi stranieri perché nel nostro l’unica prospettiva è la fame. Un paese che si indigna per le probabili trombate del proprio Presidente del Consiglio e messo a novanta dal suo sostituto pare si dichiari molto soddisfatto di lui. Potrei continuare ma mi fermo qui aggiungendo a conclusione un’ultima cosa. Un paese, insomma, che attribuisce alle lobbies dei tassisti il mancato sviluppo e salvaguarda le banche, il vero artefice di tutte le nostre disgrazie, quali speranze può avere per il futuro?

Pietro Atzeni

1 commento:

  1. Concordo in pieno Pietro, aggiungo solo...DEMOCRAZIA BORGHESE, delle peggiori. Cari saluti.

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