Le pietanze non devono piacere ai cuochi ma
ai commensali.
Spesso facciamo le cose facendoci trascinare
dall’entusiasmo e senza rendercene conto ci stiamo predisponendo a cadere in
errore ma per la foga non ce ne accorgiamo. A simili condizioni l’insidia è in
agguato, nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni sociali così nello
studio come nel lavoro, nella vita pubblica come nel privato. Un minimo di
prudenza dovrebbe portarci a riflettere proprio per ridurre la possibilità di
errore. In politica poi l’entusiasmo non tenuto opportunamente a freno può
portare a risultati disastrosi. E’ chiaro che in un campo in cui l’appartenenza
a un gruppo di potere forgia necessariamente le idee e determina le convinzioni consolidandole poi con il tornaconto, il metro di paragone, ovviamente, non
debba essere il nostro ma l’impatto e la reazione degli altri, in questo caso
della gente, metro quasi sempre valido anche negli altri aspetti della vita. Un urlo, in privato o una manifestazione di
piazza nella vita pubblica, sono un segno inequivocabile che qualcosa non va e
a quel punto sarebbe copportuno fermarsi e riflettere, e magari soprassedere… Una
dimostrazione? Il filmato che segue, arrivatomi via mail, dimostra impietosamente i risultati disdicevoli ai quali
può portare un entusiasmo non tenuto sotto controllo... Insomma, le pietanze non devono
piacere ai cuochi ma ai commensali!
Preferisco la donna che si spoglia, eppoi il tizio aveva pure il fondo schiena sporco. Saluti da Salvatore. "Condivido il tuo dire!"
RispondiEliminauna pietanza pietosa!
RispondiEliminaciao PIETRO *-___-*
Il potere impressiona, seduce, poichè un pò della sua luce si riflette su chi lo circonda.
RispondiEliminaMa oggi il potere appare per ciò che è, qualcosa di sporco.....
Il potere logora
RispondiEliminacome una cattiva pietanza
viene il mal di ..........
da dove mi collego ci sono pc un po vincolati .... dunque le paroline magiche non mi escono fuori .... dunque m'impedisce di commentare.
RispondiEliminaUna buona notte
Giovanni